Commemorazione Avv. Mario Dalla Palma
Oggi l’Ordine degli Avvocati di Bassano del Grappa ha voluto ricordare, con una breve cerimonia, l’avv. Mario Dalla Palma.
Hanno preso la parola il Presidente dell’Ordine, avv. Francesco Savio, nonchè l’avv. Angelo Maiolino, decano del Foro ed amico, ed il sottoscritto, suo ultimo allievo.
Di seguito il testo del mio intervento:
“Egregio Presidente, Signori Magistrati, Cari Colleghi,
siamo qui per ricordare Mario Dalla Palma, Partigiano, Scrittore, Avvocato, Uomo Libero.
Sono il più giovane dei suoi allievi ed ho avuto il privilegio di essergli vicino, anche fuori dell’ambito professionale, negli ultimi quindici anni. E’ doveroso, quindi, da parte mia prendere la parola oggi anche solo per dire: “Grazie Maestro”.
Non voglio parlarvi dello scrittore, del personaggio pubblico. Sarebbe, infatti, facile raccontarvi della sua grande passione per la letteratura e sarebbe altrettanto facile ricordare le sue stoccate polemiche, i suoi giudizi a volte duri, durissimi.
Invece, qui ed oggi vorrei ricordare il professionista, l’avvocato – già settantenne – che ogni mattina entrava in studio per primo. Che conosceva nel dettaglio tutte le sue pratiche, che controllava e studiava ripetutamente, con il solo ausilio di un pezzo di carta ove annotava adempimenti e su cui scriveva le minute degli atti e delle sue missive.
Soprattutto, vorrei ricordare il professionista che conosceva i suoi clienti, e non solo i problemi da essi affidatigli, e ad ognuno di loro, fosse l’importante imprenditore o il semplice uomo di fatica, dedicava tutto sè stesso.
Non tollerava l’ingiustizia nè il sopruso che gli causavano non semplice indignazione, ma vera e propria ripugnanza fisica, specialmente se perpetrate in danno dei più deboli cui andava, sempre, anche il suo affetto.
Giurista accorto, ma nel contempo istintivo come sanno essere quei pochi per cui questa professione non è solo un mestiere ed ai quali non serve indossare la toga perchè ce l’hanno cucita addosso.
Rigido nel rispetto della deontologia, orgoglioso di non aver mai ricevuto alcuna contestazione nel corso della sua lunga carriera. Quando ravvisava nei colleghi eccessiva disinvoltura, non lesinava le critiche. Anzi, spesso, tuonava.
Mario Dalla Palma ha esercitato la professione forense in un modo antico, che oggi sta scomparendo. Per lui lo ius dicere era indissolubilmente legato alla morale, alla letteratura, alla storia, alla vita.
Ed è giusto sia così perchè il nocciolo della nostra scienza è nel titolo primo dei Digesta, nelle parole di Ulpiano: “iustitiam namque colimus et boni et aequi notitiam profitemur, aequum ab iniquo separantes, licitum ab illicito discernentes”.
E’ triste, che partendo da tali premesse oggi il diritto, il processo, e quindi anche la nostra professione, somiglino sempre più ad una mera tecnica in cui sulla Giustizia prevale la statistica, sul ragionamento la velocità, sull’efficienza la logica burocratica.
Di fronte a questa realtà avvocati come Mario Dalla Palma devono essere un punto di riferimento, un esempio, soprattutto per noi colleghi più giovani.
Essi hanno saputo coniugare l’essenza antichissima della professione con il mondo loro contemporaneo perpetuando e rinnovando nel contempo l’insegnamento dei loro maestri.
Ecco la sfida che ogni avvocato deve affrontare.
Ecco come ha esercitato, come ha vissuto, la sua professione Mario Dalla Palma.
Tutti i giorni. Per 55 anni ha avuto fame e sete di Giustizia.
Ed è così che io lo voglio ricordare oggi.
Possa riposare in pace, sempre vivo nell’affetto e nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto”.