L’obbedienza non è un diritto
“L’avvocato ha la funzione di garantire al cittadino l’effettività della tutela dei diritti” – art. 2 comma 2 Legge professionale forense n. 247/2012.
Quindi, essere avvocati significa anche avere il coraggio di alzarsi in piedi – sia pure da soli – e dire quello che va detto
perchè il diritto è prima di tutto “ars boni et aequi” (Digesta 1,1,1).
Da un paio di giorni attraverso tutti i mezzi di comunicazioni viene diffuso l’invito a rimanere in casa per evitare la diffusione del coronavirus.
L’appello è ormai unanime e giunge da politici, personaggi famosi, medici e persone comuni.
Una tale mobilitazione si è resa necessaria perché molta gente, nonostante le misure restrittive ripetutamente adottate dal Governo, ha continuato a vivere come se nulla stesse accadendo ignorando i divieti.
Andare al ristorante, fare una passeggiata in centro, una sciata, una corsa al parco con i bambini o passare qualche ora divertendosi nei locali con gli amici non è più possibile, anzi è diventato pericoloso per la salute propria ed altrui, ma molte persone non vi hanno rinunciato.
Perché ?
È importante capirlo considerato che a questo tipo di comportamenti, e non solo, bisognerà rinunciare ancora per non si sa quanto tempo.
Le ragioni potrebbero essere molteplici ma alcune appaiono evidenti:
1. Le persone sono abituate a fare sempre quello che vogliono. Non esistono regole se non quelle personali e, soprattutto, non esistono sanzioni perché tanto la giustizia italiana non funziona e quindi non punisce.
2. Il divertimento è un valore irrinunciabile da perseguire a discapito di tutto il resto. Si possono trascurare i compiti dei figli ma non rinunciare ad una seduta in palestra.
3. Pensare con la propria testa è faticoso e difficile. A maggior ragione quando si è bombardati a tutte le ore dai messaggi e dalle informazioni più disparate attraverso tutti i mezzi di comunicazione disponibili con un solo tocco delle dita grazie ai moderni smartphone con cui, talvolta, si può anche fare una telefonata.
4. Seguire pigramente la corrente adeguandosi al sentire comune è comodo e facile. E soprattutto permette di essere omologati, ossia alla moda. Chi avrebbe mai detto, ad esempio, che avessimo tutti gli stessi gusti in fatto di telefonini ed orologi ?
5. Il livello culturale ed i valori che hanno fatto grande questo paese stanno scomparendo. La scuola è l’ultimo dei settori su cui investire. La formazione classica (che insegna a pensare con la propria testa ed a conoscere il passato ed i suoi errori) e’ un dinosauro da archiviare. I valori morali, religiosi e costituzionali su cui si regge la nostra struttura sociale e giuridica vengono scomodati solo per attribuire diritti o, meglio ancora, potestà. I doveri, morali e giuridici, sono fastidiosi retaggi del passato in una società che ha quale unici obiettivi l’invenzione dei consumi, non lo sviluppo dell’economia; la dissipazione e non l’aumento del risparmio perché essere previdenti non conviene a tasso zero, anzi è pericoloso perché azioni ed obbligazioni non mantengono sempre quanto promettono. Perché stupirsi, quindi, se la salute pubblica non è più un valore fondamentale ed indispensabile, ma solo un fastidioso limite alla libertà del singolo ?
6. I politici (di qualsiasi colore) che dovrebbero essere un punto di riferimento, sono degni figli di questa situazione. Quindi, invece di essere scelti tra i migliori, sono spesso privi di qualsivoglia preparazione, talvolta anche dei titoli di studio indispensabili per riuscire almeno a comprendere i problemi che sono chiamati ad affrontare. E allora non possono che rimanere perennemente in campagna elettorale, attenti solo a trarre da ogni situazione il massimo profitto personale e non a perseguire il bene comune. Abbiamo un governo che prima annuncia in conferenza stampa i suoi provvedimenti (restrittivi e di salute pubblica) e poi, con calma, li pubblica facendoli entrare in vigore 24 ore dopo. Poco importa se nel frattempo si è diffuso il panico e la gente, sapendo di essere ancora impunita, ha fatto l’esatto contrario di quanto annunciato come obbligatorio. Fuga da Milano la chiameranno nei libri di storia. Abbiamo governatori che cavalcano l’emergenza come fosse uno spettacolo di successo. Da un’intervista ad una conferenza stampa senza tregua, snocciolando numeri e soluzioni salvo poi smentire il martedì quello che hanno chiesto a gran voce la domenica (chiudere mezza regione non ha senso perché siamo bravi. È tutto sotto controllo. Due giorni dopo però … è meglio chiudere tutto … ma le fabbriche no ! Devono gestirsi in autonomia gli imprenditori (che se chiudono ci rimettono di sicuro) !
A fronte di tutto questo ci stupiamo ancora se ci sono molte persone che non sanno rinunciare alle proprie comode abitudini e piccoli piaceri anche a rischio della propria vita (per tacere di quella altrui magari dei propri figli piccoli o genitori anziani) ?
E cosa poteva dirci stasera di più calzante il nostro presidente del consiglio, ossia la persona dalle cui decisioni dipende il nostro futuro e la nostra salute ?
“ … Il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi, della responsabilità di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli grandi sacrifici. Per tutta la durata di questa emergenza. Siamo parte di una medesima comunità.”
Eh già, poteva chiudere tutto come gli chiedono di fare da settimane medici ed esperti, applicare la legge marziale, sospendere tasse, mutui, aerei e treni per obbligare la gente a rimaner a casa propria al sicuro e invece…
fiducioso in questa grande nazione…
si affida al SENSO DI RESPONSABILITÀ dei singoli (che costituiscono per pura coincidenza il paese con uno dei più alti tassi di evasione fiscale e corruzione al mondo).
State a casa, siate prudenti, ascoltate i medici che vengono intervistati dalle istituzioni per spiegare la situazione.
Seguite rigorosamente le regole che ci vengono imposte e, prima o poi, l’epidemia passerà.
Poi, quando tutto sarà finito, e sarà ora di tornare a votare, ricordatevi di tutto questo e pensate a garantire un futuro migliore ai vostri figli ed a voi stessi affidandolo a persone migliori di quelle che ci hanno condotto fin qui.
Ricordatevi che lo studio, la competenza ed il sacrificio pagano sempre e non si misurano con la presenza ossessiva ed i consensi (spesso fittizi) sui social.
Intanto, però, finché ci pensate … state a casa !
(tanto sono più o meno 150 anni che, “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani“. Quindi non c’è fretta).
Foto: piazza del tribunale a Bolzano.
Il fregio della ex casa del fascio “coperto” dalla frase di H. Arendt.